Germania. I baffi finti sono illegali, se si vuole uscire dal paese
Nel quartiere di Kreuzberg, a Berlino, c’erano più di 200 persone ad ascoltare due rappresentanti delle tute bianche e del Gsf, invitati dal gruppo FelS [Per una corrente di sinistra], che si sta mobilizzando per andare a Genova. "G8 colpito e affondato!", si legge su un manifesto che il gruppo ha attaccato ai muri in migliaia di copie per la città. I partecipanti dell’assemblea ascoltano interessati il concetto d’azione delle tute bianche e cercano di capire. Ma non è facile: in Germania caschi, gommoni, occhialini, maschere anti-gas ed addirittura guanti sono considerati "armi passive" dalla legge e i controlli delle migliaia di poliziotti prima di qualsiasi manifestazione sono rigidissimi. Chi viene trovato in possesso di oggetti utili ad evitare il massacro viene arrestato. Addirittura portare dei baffi falsi comporta l’arresto e un processo che finisce con una multa di 500 marchi [cioè mezzo milione]. Però tutti cercano di spiegare, capire, trovare un filo comune. E tutti vogliono andare a Genova.
In Germania c’è una rinascita della mobilitazione internazionale contro i grandi vertici. Dopo che, nel 1988, era stato proprio il movimento tedesco a organizzare la prima mega-mobilitazione contro un vertice del Fmi, negli anni novanta, a parte manifestazioni contro vertici internazionali a Monaco e Colonia, non si nutriva grande interesse per l’argomento. Capita invece adesso che in tutte le città tedesche si facciano assemblee e si organizzino pullman o macchine per andare a Genova. A Bonn si pensa di occupare un treno. Già in giugno è partita per la Liguria una carovana di biciclette, alla quale, a Heidelberg, si sono aggiunti vari camion e camper. Durante il percorso la carovana organizza comizi pubblici per informare sul G8. A Berlino i richiedenti asilo hanno deciso di violare le leggi razziste che gli proibiscono di lasciare il municipio nel quale sono residenti e di andare con dei pullman a Genova. La lista si potrebbe allargare a dozzine. Dapertutto le assemblee per Genova vedono una partecipazione come non si era vista da molto tempo.
Non esiste però un coordinamento, né nazionale né regionale, a volte neanche a livello locale. Si può però parlare di due "aree": in una si trovano Attac Germania, i trotzkisti, la Pds, vari gruppetti comunisti ortodossi e i gruppi che fanno riferimento alle marce europee. Quest’area sta in gran parte mobilitando solo per la manifestazione del 21; nell’altra area si trovano iniziative indipendenti, rifugiati ed immigrati, Reclaim the streets, collettivi internazionalisti, autonomi, anarchici, squatters e molti altri. Questa è anche l’area che, dopo gli spari di Göteborg, ha organizzato manifestazioni in molte città. La stampa, dopo la Svezia, ha serrato le fila intorno al cancelliere Schröder che ha subito chiesto misure più dure contro i manifestanti, e al ministro degli interni Otto Schilly, che ha proposto di bloccare eventuali manifestanti alle frontiere tedesche per non farli più uscire dalla Germania. Misura applicata prima del vertice del World economic forum di Salisburgo, in Austria. La "Sicurezza di Stato", la Digos tedesca, ha visitato attivisti di diverse città, dichiarando la non validità dei loro documenti personali. Centinaia, se non migliaia, di perone cercheranno quindi di andare in Italia giorni prima del vertice.